I wicked problems sono problemi contorti, difficili da definire e apparentemente irrisolvibili, legati al contesto sociale o culturale di una realtà. La definizione è datata 1973 quando il design theorist la coniò nella sua pubblicazione “Dilemmas in a General Theory of Planning”.

Mancanza di una conoscenza completa o contraddittoria, un numero troppo ampio di persone coinvolte, un considerevole impatto economico e l’interconnessione con altre questioni altrettando complicate. Sostenibilità, povertà, fame nel mondo, calamità naturali sono tutti esempi di wicked problems. Uno dei wicked problems che sta avendo un impatto importante anche sul contesto professionale è l’epidemia da Covid-19 dove convivono la scarsa e confusa conoscenza sulla materia e sulle relative evoluzioni insieme all’impossibilità di risolvere tutte le parti legate al problema o di strutturare interventi di lungo periodo ma solo soluzioni “one shot”.

Il design thinking inteviene frequentemente nel tentativo di risoluzione di alcune parti dei wicked problems grazie ad approcci che integrano empatia, pensiero laterale e coinvolgimento di professionalità diverse.